Via degli Dei
Centotrenta chilometri da Bologna a Firenze
Dal 9 al 14 maggio 2022
Partecipanti: Marisa, Rita, Gianna Giacomo, Giuseppe e Maurizio
Salute, determinazione, un po’ di allenamento e amicizia. Siamo un gruppo di ultra sessantenni e l’esperienza che vorrei condividere ha avuto questi quattro ingredienti, dove il più importante è stato sicuramente l’affiatamento tra di noi.
Arrivati in treno a Bologna ci avviamo all’albergo Donatello, e fino a qui nulla di speciale.
La cena, su mia insistenza, è al ristorante La Tigre di Cesare Cremonini, ma di lui neppure l’ombra. Il servizio è lento, il gestore ha occhi solo per tre graziose ragazzone. Noi non abbiamo premura, ma fame sì! Il risotto è buono, dei tortelli bolognesi neppure una foto.
Alla mattina, lauta colazione e la foto di rito indossando le magliette che ci ha regalato Marisa con l’immagine dell’isola di San Giulio, sul Lago d’Orta, da dove arriviamo. Si parte.
Al Santuario di San Luca (666 gradini!) sono già stanca e non abbiamo ancora lasciato Bologna. Gli altri del gruppo vanno a razzo. Il mio zaino pesa sei chili, avrei dovuto selezionare per una maggiore leggerezza.
Alle 9.30 iniziamo la nostra avventura. Superiamo un parco lussureggiante, sentiamo il cinguettio dei passerotti, farfalle e fiorellini ci infondono la carica: l’entusiasmo è alle stelle. I prossimi 25 chilometri ci faranno un baffo!
Entriamo nel bosco e inizia il delirio: il terreno è una palude, sprofondiamo continuamente in una viscida argilla, facendo un passo avanti e due indietro. L’argilla che si solidifica impedisce la camminata naturale, senza l’aiuto delle racchette non ci si muove. Entrare nella boscaglia è impossibile, troppi rovi. Le cadute non si contano.
Per non farci mancare nulla incontriamo anche estese e profonde pozze d’acqua. Caronte non si presenta, del resto non stiamo andando all’inferno, così guadiamo le acque e superiamo anche questo disastro. Che impresa! I nostri vestiti sono come ingessati, sembriamo anfore in attesa di essere modellate.
Usciti indenni da questa prima avventura raggiungiamo la prima tappa: il B&B Nova Arbora di Donatella a Badolo è un posto incantevole. Con altri camminatori scambiamo opinioni e tante risate. Un camminatore che sembra il Mago Forest ci intrattiene con i suoi giochetti di prestigio. Apprezziamo ma dopo un po’ scappiamo.
Lo chef Giuseppe e l’assistente Rita ci cucinano una pasta asciutta rigenerante: ci godiamo la cena e buona notte!
La seconda tappa è di “soli” 30 chilometri con un dislivello notevole, quasi sempre sotto il sole. Io sono alla canna del gas. Amici dove siete? Datemi almeno una spintarella. Poi li vedo, mi stanno aspettando e ripartiamo insieme. Il paesaggio adesso è spettacolare, sembra un quadro dipinto da un pittore talentuoso. Mi convinco che la Via degli Dei non può essere raccontata, è da vivere! Anche gli incontri casuali contribuiscono alla bellezza di questo cammino. Orgoglio e adrenalina spingono a non mollare: fortunatamente il fiato mi ritorna e in lontananza avvistiamo il B&B dei Romani di Elisa alla Madonna dei Fornelli. La sua cena “raccontata” fa dimenticare tutte le fatiche: W Elisa!
Altri incontri, altri racconti, che avventura! Il Gruppo non dà segni di cedimento. Appesa ai nostri zaini stendiamo un po’ di biancheria. Si riparte.
Il continuo saliscendi impegna notevolmente. Le gambe vanno da sole. Di tanto in tanto scattiamo qualche foto, poi ce le scambieremo. Visitiamo il Cimitero militare germanico al passo della Futa. Silenzio totale.
Le tappe si susseguono velocemente. Incontriamo paesaggi mozzafiato, conosciamo tante persone con le quali condividiamo la bellezza e la gioia del cammino. Nel mezzo di un immenso prato, nei pressi di San Piero a Sieve, nel silenzio più assoluto, spuntano un po’ di sedie e una poltroncina: ci facciamo una foto-ricordo ma soprattutto ne approfittiamo per riposarci. Odio il mio zaino, potrei regalarlo!
Riprendiamo il cammino e incontriamo l’asfalto: la magia svanisce. Io soffro ma sono sempre più soddisfatta di esserci. Gli altri del Gruppo continuano ad andare come razzi. Ogni tanto li vedo bere pozioni magiche, mentre io solo acqua Viscì. Svelato il trucco di tutta la loro energia! Vi perdono amici miei.
La sera, per la cena, plachiamo la fame con tortelli di patate e tagliatelle ai funghi, annaffiati da un buon vino del contadino che ci dà molta soddisfazione: perdere qualche chilo camminando e camminando resta pura illusione!
Addio Bologna, benvenuta Firenze: che meraviglia! L’ultima foto di rito, in piazza Santa Maria Novella e poi all’Ufficio turistico per il timbro “traguardo raggiunto”. Che soddisfazione!
La Via degli Dei è stata la conferma che è inutile immaginare, ma occorre vivere: è sufficiente salute, convinzione, un minimo di allenamento e organizzazione, un gruppo di amici compatto e uno zaino il più leggero possibile.
Ringrazio i miei amici che hanno condiviso con me questa indimenticabile esperienza. L’ho raccontata ai miei nipoti e sono certa che sono orgogliosi della loro nonna, io lo sono di me stessa.
Qualcuno ha scritto: “vola solo chi osa farlo”. Io con i miei amici, in un certo senso, ho volato.
Grazie a Marisa, Rita, Giuseppe, Giacomo e Maurizio.
Ciao Gianna